giovedì 11 agosto 2016

QUANDO SARO’ GIOVANE

Quando sarò giovane
 ti parlerò dei miei mille anni,
 e cullerò la notte come un sogno,
quando sarò giovane
 vedrai le mie mille rughe,
ti racconterò la pazzia dell' umanità,
 i mille baci rubati e le risate nel porto.
Quando sarò giovane

 potrò dirti che non ho capito,
 che i sogni sono sogni
e la realtà una vecchia puttana.
 Che ho camminato per i vicoli di una Roma dimenticata,

 tra miseria e degrado qualcuno ricordava di avere sognato,
 che uomini senza tempo mi hanno preso per mano

e con gentilezza mi hanno cantato una storia.
Dietro l’angolo ho incontrato Achille,

alla ricerca di un tallone malato,
poi ho visto Cesare,

congratularsi per questo Impero fallito
e  Leonardo cercare una invenzione che inventasse l’uomo
e Leopardi che correva felice scrivendo su carta dorata
e i rifiuti erano coriandoli colorati impazziti.
L’uomo mi tiene ancora per mano,
 non ha un buon odore
ma quando sarò giovane e lo avrò lavato
forse asciugherà il mio pianto,
 e dirà che non ho sbagliato,
e adesso tu, che dimentichi il passato,
saprai che quando sarò giovane, 
finalmente avrò capito.
Non saprò mai se e quanto ho peccato,
o il male che ho fatto o che ho ricevuto

 o gli amori che ho derubato.
La gioia e il dolore,
 le droghe che mi hanno inebriato,

o un vino andato o un amore avvelenato,
sarà valsa  la pena di averti incontrato,
 libertà,  parole, amore, realtà, sogno o pazzia
 quando sarò giovane forse l’avrò capito.

Mauro Ricci