lunedì 29 dicembre 2014

Himalaya



Gli occhi dell'anima,
cavalcano l'Himalaya,
aria pura di ghiaccio
purifica il respiro,
vette al confine del cielo
sospiri catturati dai venti,
sono il passato e il futuro
sono io e un milione
infedele e bigotto,
santo e assassino.
Lo sguardo cavalca
Kathmandu compare
forziere di lacrime e sogni,
e mi spingo nel cielo
Lhasa e' vicina e lontana,
macchie di rossa saggezza
canti del cuore
diventano inni d'amore.
Le acque del Yambrok
sacre di gemme sognanti,
sereno e leggero
scendo e afferro la vita,
ed il corso del Gange m'appare,
sono io, percepisco l'amore,
e cavalco e continuo a imparare
e mi spoglio e mi bagno di sole
ti ho persa e trovata,
ti prendo la mano e torno poeta,
mi battezzo all'amore
nelle acque del fiume,
dono al vento le mie antiche paure
al presente la mente ribelle,
sorrido al mio piccolo mondo,
torno, l'Himalaya mi attende.

R.Mauro 12. 2014


domenica 21 dicembre 2014

IL CANTICO........



Ho mangiato il presente
in un solo minuto,
in un secondo
ho vomitato parole
e le macerie di questo tempo,
mentre la sera mi addormento,
come ogni giorno
ogni giorno uguale e navigato.
Utopie rimaste nei sogni
soccombono inermi
alle paure dei dimenticati,
ai porti virtuali di navi arenate,
alle grida non ascoltate.
Mi fermo ed ascolto,
il silenzio incosciente mi parla,
voci lontane o sussurri,
idee ormai sbiadite senza un fine,
cuori senza il coraggio dell'amore.
Un altro anno dei mille anni
mi volto e non ricordo
guardo il futuro dei sognatori
e il futuro sfugge e sospira
con l'ultimo bicchiere di vino. 
Non sarà il sole a salvarci,
non sarà la luna ne il mare
e non sarà il dolore o il fuoco,
ma il cuori degli uomini liberi
con gli occhi senza catene
con lo sguardo senza confini
mano per mano verso le stelle
E' tutto in un minuto
un gioco che vale la vita,
rabbia e la rabbia fa paura 
speranza parole e amore,
avere cento ali per volare
cento piedi per correre,
un sogno o mille da coltivare
tra le strade del passato 
e le speranze del futuro
o tra gli errori quotidiani
per non essere tutti uguali.
Saranno forse gli emarginati
i poeti, i marinai mai nati
 i menestrelli andati
i maledetti e i pazzi
o gli alcolizzati felici 
a scrivere o urlare
il cantico degli incazzati.

Mauro R




sabato 6 dicembre 2014

Dove batte il mio cuore

Africa

La dove nacque la vita
le prime impronte
presero il mare e le terre
e parole antiche
divennero canti.
Mangiavano terre quei piedi
poi impararono a danzare
e con la danza nacquero i sogni
intorno a fuochi caldi e fumosi.
Quella terra di barriti e ruggiti
di tramonti e di sabbie
di foreste e savane
colme di lotte e di amore.
Antichi parenti
di sangue e memoria
accompagnavano per mano la vita
con il futuro avvolto nel fato.
Figli della terra e del cielo
fratelli dei venti e del sole
stretti in fredde notti stellate
ad ascoltare storie non scritte.
Occhi di gioia e paura
sorpresi dalle albe dorate
e dai tramonti infuocati
scoprire il dolore e l'amore
e di nuovo il sole morire.
La dove nacque la vita
germina il seme e mette radici
torna confusa la mia memoria
tornano cieli colmi d'immenso
e tornano i canti e i tamburi
e grossi animali sempre più rari
e torna alla mente quello che è stato
a chi ha violato a chi ha rubato
a chi ha tolto il pane 
e regalato violenza
a quei paesaggi venduti alla indifferenza
a chi si è arricchito
e a chi ha fatto schiavi,
oggi io vedo una terra che muore
oggi provo un grande dolore.


Mauro Ricci
12- 014