martedì 21 aprile 2015

Un sogno trovato

Nel cassetto di una notte comune
ho trovato un sogno,
aveva il sentore di mare
un mare di onde disperate,
un mare agitato e tremante,
mille e mille occhi
avevano pianto l'ultima vita
nel profondo del mare,
mille e mille cuori
avevano perso la voglia di amare
nel profondo del mare.
Quella notte comune
forse il sogno ha trovato me,
mi ha trascinato in acque insanguinate,
con centinaia di occhi disperati
e urla di voci e pelli rinsecchite,
mare freddo, silenzioso e letale,
ultima via per una fuga nel futuro,
ultima scommessa per un giorno ancora,
un giorno ancora per un altro sole.
Dio dei poveri, Dio di tutti o Dio di nessuno,
rotte di dolore, rotte di schiavi, rotte di denaro,
stesso mare dell'Ulisse di Omero,
senza un Itaca li ad aspettare,
in quel sogno ho sentito parole,
milioni e milioni di parole,
pianti disperati e rabbie battute all'asta,
sfruttatori di tragedie
cristi in croce senza un Dio
e governi senza valori.
Siamo noi in quel sogno trovato,
siamo noi su quelle barche di carta,
siamo noi i negrieri moderni,
gli esuli, i clandestini e i trafficanti,
siamo noi i morti del grande verde,
e sono i nostri occhi che hanno pianto,
o hanno comprato lacrime al mercato
nell'ultimo giorno dal profondo del mare,
sono nostri i cuori che ci potranno salvare.

M. Ricci Aprile 2015


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